Tour de France 2020, Primož Roglič non si nasconde: “Il favorito numero 1? Io”

L’autostima di certo non manca a Primož Roglič. Lo sloveno della Jumbo-Visma si è appena lasciato alle spalle la stagione della definitiva consacrazione a stella del ciclismo mondiale, vincendo, fra le tante altre cose, anche la Vuelta a España 2019. Il 30enne di Trbovlje ora ha davanti a sé una stagione da affrontare con una condizione relativamente nuova, visto che adesso tutti gli eventuali dubbi sulla sua tenuta nei Grandi giri sono stati fugati. Su di lui, e su Tom Dumoulin, la squadra neerlandese punta forte per scardinare il dominio che il Team INEOS (che prima era il Team Sky) sta esercitando sul Tour de France.

Pressione? A sentire quanto dichiarato in un’intervista a Ciclo21proprio no. “Se mi sento il grande favorito per il Tour de France 2020. Sì”. Le parole sono ridotte al minimo, tipico di Roglič, ma il concetto è ben chiaro. “Vincerà il migliore – le parole dello sloveno – Tutti lotteremo per conquistarlo, ma, se si guardano i miei risultati delle ultime stagioni, si vede che io ho vinto parecchie corse. Pertanto, non vedo motivi per non essere ottimista”. E sulla concorrenza, il corridore della Jumbo-Visma si esprime così: “Ci sono tanti corridori che hanno tante ottime qualità, ma questo non è qualcosa che mi preoccupa. Io mi concentro su me stesso e sui miei miglioramenti. Se io posso dare il 100 per cento e arrivare al mio limite, mi sento realizzato. Se poi ci sarà qualcuno più veloce o più forte, sarà semplicemente orgoglioso di aver potuto tenergli testa e gli farò i complimenti per essere stato migliore di me”.

E la convivenza con Tom Dumoulin? “Adesso, quando mancano ancora alcuni mesi, puoi dire quello che vuoi, ma la situazione non sarà chiara fin quando non saremo in corsa e  quando tutti sapranno davvero cosa sono in grado di fare. Quando lo sapremo, sarà il momento di pensare a come gestire la situazione per ottenere il meglio da tutti. Tom comunque è una persona molto gradevole e un atleta di altissimo livello. Ha portato in squadra tante cose positive e spero che in questa stagione possa tornare al suo massimo livello”. C’è pure Steven Kruijswijk, in squadra: non temete di fare la fine della Movistar “tricefala”? “No. Credo che siamo a un livello superiore e se saremo capaci di vincere il Tour de France o di fare qualcosa di buono, sarà perché avremo saputo gestire bene la situazione”.

Roglič è stato spesso additato come poco “aperto” verso l’esterno. In particolare, durante la sua vittoriosa campagna iberica, non si è concesso granché a stampa e tifosi: “Forse ero un po’ troppo concentrato sulla gara. Però era la prima volta che vincevo una grande corsa a tappe e nel ciclismo possono capitare tante cose ogni giorni, quindi sei sempre molto concentrato. E riconosco anche che tutte le altre cose, oltre alla bicicletta, per me fossero troppe. Detto sinceramente, i ciclisti vogliono avere il minimo contatto possibile con la stampa. Oggi, ad esempio – racconta lo sloveno durante l’intervista – era il mio giorno di riposo all’interno di un periodo intensivo di allenamento. Lavoro duro ogni giorno, mi ammazzo in bici. Pertanto, stavolta vorrei riposare, ma passo la giornata, dalla mattina alla sera, con interviste ed eventi. Sì, in gara mi concentro molto sul recupero e sulla competizione e, in effetti, potrei sembrare poco disponibile. Penso che sia qualcosa che posso cambiare, ma se poi guardo a come sta andando la mia carriera… I risultati ci sono”.

 

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